Pagina (27/147)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E ne’ libri de’ Vecchi Italiani lodava questa virtuosa famigliarità, ben più decente e più civile della mascherata popolarità d’oggigiorno: e per questa stessa ragione sentiva nelle parole di qualche povero buon prete di campagna più vera eloquenza che non nelle aringhe degli avvocati da pergamo.
      Certi giudici, non so con che diritto severi, negano al suo linguaggio filosofico ogni pregio, fin della italianità; nella quale se tanto innanzi sentissero molti di coloro che ad altro non badano che alla lingua, l’Italia avrebbe di che rallegrarsi. Se non che i giudizii che in Italia spacciansi in fatto di stile e di lingua, sono tali da far dubitare del significato di questi vocaboli stile e lingua: e io non ardisco senza peritanza affermare che il Rosmini, quanto a me, mi pare che scriva assai bene italiano. E aggiungerò, se non è troppo ardire, che l’italiano suo mi pare lingua per lo meno così logica come il francese, se per lingua logica intendesi non la necessità di mettere il caso retto innanzi il verbo sempre, nè l’obbligo di fare periodi corti (obbligo che il Bossuet nè il Rousseau non sentivano), ma la facoltà di trovar parole ch’esprimono fedelmente le idee, e di disporle in modo intelligibile ed efficace. Il Rosmini di quando in quando, oltre ch’è scrittore filosofo, si dimostra scrittore artista, e come le sue dottrine s’applichino eziandio al senso del bello, mi proverò in altro scritto d’indicarlo, giacchè per danno nostro non l’ha fatto egli stesso.
     
     
     
      VIII.
     
      Il senso del bello non essendo che il fiore del senso del conveniente, e la convenienza più intera dovend’essere quella ch’è colta dalla virtù, la qual compone le interiori e le esteriori facoltà in tranquilla e però più costante armonia; e non potendo il senso del conveniente essere turbato dal raziocinio se non quando del raziocinio s’abusi; ognun vede che il virtuoso e il pensatore, quand’anco non si faccia esperto del bello, deve sentirlo in se stesso e ne’ menomi suoi atti ritrarlo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Antonio Rosmini
di Niccolò Tommaseo
pagine 147

   





Vecchi Italiani Italia Italia Rosmini Bossuet Rousseau Rosmini