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      Il Rosmini aveva già veduto quel tanto di vero ch’è pretesto a cotesta obbiezione, e confessata la insufficienza de’ vocaboli a significare le idee in intero e in forma evidentissima a tutti; ma soggiungeva che dal contesto vengonsi a disegnare i lineamenti e i contorni d’esse idee: il che segue così nelle parole delle Scritture ispirate come nel gran libro della natura e in quel della storia; chè il valore di ciascuno elemento è determinato dal valore de’ precedenti e de’ conseguenti. Ma se dopo tanta pazienza di svolgere le proprie idee e confermarle con autorità e con ragioni, parve a taluno che il dire del Rosmini non fosse abbastanza preciso, e desideraronsi note in una nuova ristampa; cotesta dolorosa necessità gli sia scusa della lunghezza che pare soverchia, e glie la torni in onore: dacch’egli ha avverato il proverbio, e di necessità fatto propriamente virtù.
     
      XIX.
     
      Se giovi fin da’ primi anni scrivere non per mero esercizio e senza scopo virile d’utilità, ma con proposito di dar fuori i propri pensieri; o se giovi piuttosto attendere l’età matura per uscire alla luce, non è cosa che si possa fermare con norma comune a tutti i tempi ed ingegni: perchè tale è maturo nella prima giovinezza, tale ne’ più tardi anni acerbo. Ben credo sia lecito dire che gl’ingegni non vani i quali incominciano di buon’ora ad avere per le stampe colloquio con di molti, possono di qui stesso obbligarsi più strettamente seco medesimi a curare il pensiero e lo stile; dove coloro che differiscono, risicano di sempre rimandare al domani le cure debite all’oggi, e nella loro modestia può nascondersi negligenza, nel ritegno loro può essere orgoglio più che nella corrività di quelli altri non sia vanità ed arroganza.


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Antonio Rosmini
di Niccolò Tommaseo
pagine 147

   





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