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      Or va: e io t’insegnerò le cose da dire». Allora Mosè: «Vi prego, Signore, mandate chi deve essere mandato da voi». E forse accennava a quel Salvatore desiderato dalle genti, che i Patriarchi aspettavano, e avrebbe liberati da giogo più grave gli uomini tutti. Ma il Signore alle dubbietà di Mosè rispose:«Aronne, fratello tuo, è uomo che ha facile la parola. Ecco, e’ ti viene a rincontro; e si conforterà nel vederti. A lui parla tu, e poni nella sua bocca le mie parole; e io per voi parlerò: e vi mostrerò quel ch’abbiate a operare. Egli ragionerà in tuo nome al popolo; e sarà come la lingua tua: e tu a come debba adempiersi la mia volontà porrai mente».
      Udite queste parole, discese Mosè dal monte e aveva sempre negli orecchi la voce, e negli occhi la fiamma; e ogni pianta veduta scendendo da monte pareva che gli parlasse di Dio. Venne al suocero e gli disse: «Conviene ch’io me ne vada, ch’io ritorni a’ miei fratelli infelici in Egitto per vedere se campano, e come». E il suocero gli disse: «Va con la pace di Dio». Prese dunque Mosè la sua moglie e i due suoi figliuoli e si mise in via: la sua famigliuola a caval d’un asinello, egli a piedi, con in mano il bastone pastorale ch’egli aveva sul monte Orebbe. Con questo apparecchio ritornava questo povero sbandito per empiere di maraviglia e di sgomento i cortigiani e i sapienti e gli abitanti tutti dell’ampio regno d’Egitto: perchè piace a Dio eleggere i deboli per abbattere i forti, e donde men s’aspettava fa procedere la salute.


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Esempi di generosità proposti al popolo italiano
di Niccolò Tommaseo
Edizioni Paoline
1966 pagine 258

   





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