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      E però disse a Mosè: «Quando afflizioni e affanni verranno al popolo d’Israello, allora intuonino questo canto, che tu gli darai: e questo canto farà vece di risposta in mio nome ai dubbii e a’ preghi loro; sarà testimonianza dei benefizi antichi, e mallevadoria delle benedizioni avvenire». Dunque Mosè, innanzi a tutto Israello che l’ascoltava, cantò questo canto: «Udite, o Cieli, le mie parole; e le ascolti la terra. Come pioggia che in alto s’accoglie, venga il mio insegnamento; discenda come stille di rugiada sull’erba crescente. Invocherò il nome di Dio: al nostro Dio date lode. Le opere di Dio son perfette; giustizia son tutte le vie di lui. Fedele Iddio alle promesse sue, e senza macchia. Peccarono dinnanzi a lui, si macchiarono come se non fosser suoi figli. Tal ricambio, o popolo stolto, gli rendi? Non è forse Dio il padre tuo, che ti possiede, che ti fece e creò? Rammentatevi i giorni antichi: per le generazioni trascorse scenda il pensiero. Interroga tuo padre, e te lo dirà; i tuoi maggiori, e te lo narreranno. Rinvenne Israello in terra deserta, in luogo di paurosa solitudine; e gli fu guida e maestro, e come l’uomo custodisce la pupilla dell’occhio suo, lo ha custodito così. Come l’aquila addestra al volare i suoi nati, e vola sopra ed intorno, e sulle penne li regge. Il Signore tua guida unica, o Israello; nè altro Dio che lui era teco. S’impinguò il popolo diletto e si fece ricalcitrante; e si allontanò da Dio, sua salute. Sacrificarono a nuovi Dii: abbandonasti quel Dio che ti fece, dimenticasti a chi devi tutto.


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Esempi di generosità proposti al popolo italiano
di Niccolò Tommaseo
Edizioni Paoline
1966 pagine 258

   





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