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      Siccome l’uomo, sebbene abbia necessità di mangiare, non mangia però sempre, anzi per più sanità destina a questo certe ore del dì; similmente e al lavoro e al riposo giova assegnare i suoi tempi: perchè, se fosse in arbitrio di ciascuno far festa quando a lui piace, ne seguirebbero due inconvenienti; che altri vorrebbe far festa troppo spesso, altri poi troppo rado; e che sarebbe tolta quella bellezza che viene nella società umana dall’ordine degli atti e dalla concordia degl’intendimenti. E quanto è bello che questa bellezza dell’ordine e della concordia sia fatta più splendida da un precetto di Dio; che sia santificato il riposo e purificata la gioia della memoria di fatti grandi e dal presentimento de’ beni celestiali! Che, quando le braccia si posano, le labbra cantino e ragionino parole di vita, e il consorzio degli spiriti si renda sempre più potentemente operoso!
      La prima istituzione della festa fu per rammentare agli uomini che Dio ne’ primi sei giorni ha creato il cielo, la terra, e tutte le cose. Qui giorni vale età di tempo lungo, che noi non possiamo misurare; nelle quali età vennero per opera di Dio formandosi e i mondi delle stelle e dei pianeti, che sono tanto più grandi di questa terra che a noi pare sì grande; e venne formandosi questa terra stessa, e si consolidò e rasciugò e diventò tale che la specie umana potesse respirare e crescere in essa. Dunque Iddio, col volere che noi celebriamo questa mirabile solennità della creazione del mondo, innalza la nostra mente a tre grandi pensieri che sono tre serie d’innumerabili altri pensieri.


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Esempi di generosità proposti al popolo italiano
di Niccolò Tommaseo
Edizioni Paoline
1966 pagine 258

   





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