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      Ma prima non mancò Samuele che non annunziasse agl’Israeliti le nuove condizioni alle quali s’assoggettavano, e non dichiarasse loro quel che vuol dire un re, o, per dir meglio, quel che sarebbe voluto dire in Israello a que’ tempi. Adunò Samuele dunque i principali del popolo e disse: «Il re che volete, ecco i diritti che s’arrogherà sopra voi. Vi prenderà i figli vostri per farli suoi cocchieri e cavallerizzi e staffieri. E avrà sotto di sé magistrati eletti non da voi ma da esso. E avrà poderi di suo, e gente che faticherà per lui come servi mercenarii: e avrà i suoi armaiuoli e operai. E delle vostre figliuole giovanette farà tante ministre de’ suoi comodi e lussi vani. Vi piglierà i vostri prati e le vostre vigne; il meglio vi piglierà, da donare ai suoi servitori. Sulle vostre messi e sulla vendemmia vorrà la decima per fare larghezza con la gente oziosa e turpe che farà le sue voglie. Vi porterà via i servi vostri e le vostre bestie, per servirsene lui. Vorrà la decima sulle gregge. E sarete suoi servi. E allora chiederete soccorso a Dio dal flagello di cotesto re che volete. Iddio non v’ascolterà allora, perché siete voi che l’avrete voluto il re».
      Ma i maggiori del popolo non diedero retta a Samuele; o pensassero ch’egli parlava così per dispetto, o volessero variare per capriccio, o cedessero alle istigazioni maligne delle genti vicine e delle spie di costoro o sperassero dal re que’ più benestanti avere vantaggio di ricchezza e d’autorità. Perchè molti fecero e fanno così: vendono i proprii diritti, e gli altrui, per un miserabile prezzo; e sovente non godono neppure quello.


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Esempi di generosità proposti al popolo italiano
di Niccolò Tommaseo
Edizioni Paoline
1966 pagine 258

   





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