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      Or ecco nuovi moti di guerra; e Davide nuovamente esce in campo, e combatte i Filistei e li sperde. Ed ecco l’umor nero di Saul dar fuori da capo, e lo spirito d’invidia agitarlo. Chiamarono Davide che l’acquetasse col canto, come soleva. Era notte, e l’armonia si spandeva per l’aria quieta, si spandeva mesta, come voce in solitudine. Or mentre accompagnava il canto colla cetera, Saul gli si avventa per inchiodarlo alla parete colla lancia che teneva d’accanto: ma la lancia si conficcò tremolando nel muro; e Davide fuggì via. Saul manda sgherri alla casa di Davide, che appostati alle porte la mattina quand’egli esce, l’uccidano. Micol, che aveva poc’anzi visto entrare il marito turbato non da spavento ma da orrore che il padre di sua moglie volesse far vedova la propria figliuola; Micol sentì, con l’orecchio di persona che ama, per le tenebre il fruscio de’ passi, e il sordo posare delle armi per terra: e s’affacciò da uno spiraglio, e vide gli sgherri; e disse a Davide: «Se non ti salvi stanotte, domani sei morto». E aperse pian piano la finestra dalla parte che dava sulla campagna; e, abbracciatolo, e cintagli al fianco la spada’ di Gionata, e riabbracciatolo ancora senza lagrime e senza suono di voce, lo calò dalla finestra, reggendo con tutte le forze la fune. E, sentitolo a terra, e vistolo, come un’ombra leggiera, perdersi fra le piante, s’inginocchiò ringraziando e pregando. Ogni stormire di fronda la riscuoteva, non forse gli sgherri, avvistisene, lo rincorressero. Ma ogni cosa intorno era quieto.


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Esempi di generosità proposti al popolo italiano
di Niccolò Tommaseo
Edizioni Paoline
1966 pagine 258

   





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