Pagina (236/258)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Forse richiedeva che il genero gli si desse nelle mani; forse richiedeva che si distaccasse da que’ suoi secento, i quali a lui saran parsi tutta gente perduta; e forse quel che si volesse, non sapeva egli stesso.
      Quand’ecco da capo gli abitanti di Zif che vengono a Gepsa a Saul, e con umile faccia e con gli occhi vispi e pieni di liete novelle, gli dicono: «Dovete sapere, signor nostro, dovete sapere che Davide è sul colle d’Achila, rimpiattato co’ suoi, rimpetto al deserto a man ritta, è lì Davide, se lo volete». Ma perchè dunque Davide, conoscendo il mal servigio resogli dagli abitanti di Zif, perchè bada egli ancora a rimanersene nel deserto di Zif? Perchè gli uomini schietti amano qualche volta correre pericolo piuttosto che diffidare degli altri perpetuamente. Il diffidare è noia agli uomini schietti e avvilimento: poi, temono che il sospetto li facci rei di calunnia. Perchè quel medesimo che dieci volte ha tradito, può essere che all’undecima, quando appunto io ho sospetto di lui, non pensi a tradire: ond’io gli fo torto, e pecco a Dio, sospettando così. Nondimeno, altro è credere fermamente ch’altri voglia far male; altr’è, nel dubbio, tenersi cauto. Fatto è che, all’avviso, Saul, come cane alla voce del padrone (perchè veramente le spie son padroni di chi loro dà retta), Saul con tremila mosse verso il deserto che mena ad Achila. Davide lo riseppe dalle vedette che stavano per le cime. E quando la notte fu buia, scese con due suoi compagni, senza ben risolversi a che.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Esempi di generosità proposti al popolo italiano
di Niccolò Tommaseo
Edizioni Paoline
1966 pagine 258

   





Zif Gepsa Saul Davide Achila Davide Davide Zif Zif Dio Saul Saul Achila