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      Non parlavano neanco in nome de’ sacerdoti, giacchè molti di questi profeti non erano sacerdoti: ma perchè il loro linguaggio riconoscevano puro di passione, lo ascoltavano, benchè non sempre senza corruccio e, sin nel perseguitare i profeti, li temevano ancorchè inermi, anzi più che se avessero in buon numero gente di spada e di lancia.
      Un di questi uomini, di nome Natan, si presenta un giorno a Davide re, vincitore di molti nemici e sicuro della propria potenza, e gli dice così: «C’era due uomini in una città; ricco l’uno, e contava assai pecore e buoi; l’altro poveretto, e di suo non aveva che una pecorella, compra co’ quattrinelli delle proprie fatiche, e allevata in casa, come se fosse una sua creatura: e le dava del pane che mangiavano i figliuoli suoi proprii; e la pecorella posava nel seno di lui, e belando andava dietro a’ suoi passi. Càpita in quella città un forestiero da quel signore che aveva tante bestie di suo, da far buona tavola al forestiero. Costui che fa? Piglia all’uomo poveretto la sua pecorella, e gliela sgozza senza pietà». Al sentire questa storia, la maestà del re montò in collera per tanta avidità e crudeltà; e, levando il pugno, esclamò: «Viva Dio! l’uomo che fece cotesto è figliuolo della morte (come dire, indegno di vivere). Renderà quattro volte tanto per la pecorella sgozzata; giacchè non ebbe pietà».
      Stava Davide ancora col pugno levato, allorchè Natan, facendo un passo indietro, ma alzando gli occhi, che tenne chini mentre che il re parlava, alzandoli con tranquilla e serena severità, con accento più sommesso di prima, ma più spiccato, disse a Davide, modestamente stendendo la mano: «Quell’uomo sei tu». Il re era assai peggio di quell’uomo dalle pecore molte.


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Esempi di generosità proposti al popolo italiano
di Niccolò Tommaseo
Edizioni Paoline
1966 pagine 258

   





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