Pagina (29/166)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ma ho forse detto troppo, se potessi parlarle, forse ella resterebbe appagata meglio. Io l'assicuro, che se le sovviene altro, da se medesima potrà sciorre ogni difficoltà, perchè qua se ne son pensate molte, e tutte si sciolgono.
      Quelle due lettere del Torricelli colle quali dà notizia al Ricci dell'esperienza dell'argentovivo, e scioglie le sue obbiezioni, furono già riportate dall'eruditissimo Carlo Dati in quella lettera, che per difesa del Torricelli, che era stato suo amico, e maestro, sotto nome di Timauro Anziate scrisse a i Filaleti, ma si son volute qui di nuovo riferire, affinche possano una volta restar persuasi, e convinti coloro, che mentovando questo ingegnosissimo esperimento, che è la base, ed il principio d'una gran parte della filosofia naturale, o tacciono il nome del suo vero ritrovatore, o se concedono l'esperienza per parto dell'ingegno del Torricelli, tentano poi destramente d'ascrivere a se stessi l'investigamento della ragione, la quale, come si raccoglie agevolmente da quelle lettere, fu da lui insieme coll'invenzione discoperta; conciossiache egli fu il primo, a cui sovvenne d'attribuire la cagione del votarsi de' vasi, da una tal determinata altezza in su, sopra il livello inferiore del fluido, all'equilibrio delle pressioni, cioè dell'esterna dell'aria, come fluida, pesante, e compressa, coll'interna dell'altro fluido dentro al vaso, che si equilibrano fra di loro, in altezze perpendicolari, reciprocamente proporzionali alle loro gravità in ispecie.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Lezioni accademiche
di Evangelista Torricelli
Stamperia Guiducci e Santi Franchi Firenze
1715 pagine 166

   





Torricelli Ricci Carlo Dati Torricelli Timauro Anziate Filaleti Torricelli