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      Narrano alcuni scrittori, che quando le mura delle Cittą venivano percosse colla disusata macchina dell'Ariete, i difensori calavano gił gran sacchi di lana, o materie simili cedenti, le quali interponendosi, e ritirandosi sotto il colpo, appoco appoco fossero atte a smorzare qualsivoglia grandissimo impeto, ed a salvar la muraglia dalle offese. Se il colpo avesse colto sul muro ignudo, o sopra altra materia interposta, egualmente dura, quanto la fabbrica, poco o nessun giovamento averebbe sentito la cortina; ma tanto essa, quanto il suo riparo, sarebbe stata infranto dallo strumento percuotitore. All'Ariete antico (essendo una trave di legno) facevano, come si sa, la testa di bronzo. I fabbri moderni spianano, come si vede, il ferro con un martello di dieci libbre, ma d'acciajo: non gią riuscirebbe loro spianarlo con un mazzo, benche cento volte pił grave, ed altrettanto pił impetuoso, la ragione č chiara: perchč mentre il percuziente arriva a ferire con una estremitą, non di legno, ma di metallo, non cede se non pochissimo, e per conseguenza conferisce, ed applica, tutti i suoi momenti uniti, ed in tempo insensibile. La fortificazione moderna proibisce il far le mura delle fortezze con pietra dura, non per altro, se non perchč l'esperienza ha fatto vedere, che l'artiglieria offende assai pił le materie forti, che le facili, e cedenti, come tufo, e matton cotto, e simili, le quali lasciandosi traforare, e pigliando l'impeto della palla con maggior lunghezza di tempo, possono appoco appoco estinguerlo con minor lor danno, che se lo ricevessero con materia pił dura, e volessero smorzarlo in un tratto quasi momentaneo.


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Lezioni accademiche
di Evangelista Torricelli
Stamperia Guiducci e Santi Franchi Firenze
1715 pagine 166

   





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