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      Allora dunque si può credere, che la forza della percossa fosse per fare effetto infinito, quando si potessero trovar due materie, che niente cedessero; cioè tali, che l'atto della percossa fosse un contatto istantaneo. Noi però nella Natura presente, e nel Mondo assegnatoci da Dio per abitacolo, non abbiamo (ch'io sappia) materie infinitamente dure; però tralasceremo di filosofare sopra un'impossibile; ma intanto non ci maraviglieremo se le percosse, avendo forza infinita, non fanno effetti se non terminati, e anco piccoli. Tutte le materie nostre cedono, o poco, o molto; in quel poco, o molto tempo della cedenza, si dà campo all'infinità della forza, di poter estinguere quegli infiniti, i quali siccome ad uno ad uno si erano generati, così anco ad uno ad uno si possono annichilare, quando abbiano qualche tempo.
      Può dunque la forza della percossa essere infinita, come pare che persuada la ragione, e non è necessario che segua infinito l'effetto.
      Lascierò per un'altra tornata l'altre obbiezzioni, e l'esperienze favorevoli per l'infinità della forza della percossa; conoscendo d'aver io percosso omai tanto la pazienza vostra, che forse l'averò rotta.
     
     
     
      DELLA FORZADELLA PERCOSSA.
     
      LEZIONE TERZA.
     
      Si diceva nel passato ragionamento, Sereniss. Principe, Dignissimo Arciconsolo, Sapientissimi Accademici, che la gravità ne' corpi naturali è una fontana continuamente aperta, la quale ad ogni istante di tempo, o (se non piacciono gli istanti) ad ogni brevissimo tempo, produce un momento eguale al peso assoluto di detti corpi.


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Lezioni accademiche
di Evangelista Torricelli
Stamperia Guiducci e Santi Franchi Firenze
1715 pagine 166

   





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