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      L'altre materie risaltanti, come palle di legno, palle piene di lana compressa, e più d'ogni altra il pallone, hanno questa proprietà (e la causa è nota abbastanza) che la loro superficie compressa per qualunque violenza, ha forza di ritornare al suo stato di prima, ed anco con maggiore, e minore impeto, secondo che sarà stata maggiore, o minore la forza, che avrà calcata là dentro quell'aria imprigionata. Cade il pallone da alto, e nel percuotere riceve una tale ammaccatura, che gli spiana una parte della sua superficie; quando stà così l'impeto che aveva della caduta, è estinto tutto, avendo contrastato con tutta la repugnanza, che aveva la superficie, all'essere spianata in questa guisa. Ma perchè l'aria inclusa compressa di prima, ed ora maggiormente ricompressa, vuol ritornare allo stato suo, spinge con gran forza nel pavimento, e fa come quel barcaiuolo che stando in barca spinge lo scoglio, e pur non cammina lo scoglio, ma la barca. A quell'urto furioso dell'aria inclusa, il pallone si solleva per tanto spazio quanto fu la cedenza, e torna al suo primo stato in tempo insensibile, cioè con gran prestezza, e però con impeto, il quale, quando è concepito, si conserva per qualche tempo, e fa il balzo. Che l'impeto impresso nella caduta non sia quello, che fa risaltare il pallone, ci è l'esperienza manifesta. Caschi il pallone dal tetto sgonfio, cioè con quant'aria può naturalmente capire, ovvero pieno di crusca, o di fieno, che al sicuro non ribalzerà, ma resterà tutto l'impeto estinto ancorche sia maggiore come quando era pieno d'aria.


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Lezioni accademiche
di Evangelista Torricelli
Stamperia Guiducci e Santi Franchi Firenze
1715 pagine 166