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      Sarebbe forse curioso problema l'investigare, se quel legno della picca essendo egualmente velocitato, facesse il medesimo effetto mentre si adopra disteso in asta, e mentre si adoprasse raccolto in una palla. Così anco se una trave egualmente velocitata, fusse per dare il medesimo urto, percuotendo una volta per lo lungo, ed un'altra per traverso. Ma ritornando al colpo del soldato; non dovrebb'egli far maggior passata mentre percuotesse col solo ferro, che mentre dee muover anche tutta l'aggiunta di quel lunghissimo legno? Chi è quel che non sappia, che più facilmente, e più velocemente si muove dalla medesima forza un peso piccolo, che un grande? Pare adunque, che la maggior quantità di materia, come più tarda a muoversi, dovesse piuttosto impedire la forza motrice, che ajutarla. Che la maggior mole faccia per accidente maggior operazione, che la minore, è cosa troppo manifesta; ma che la materia per se stessa vi abbia che far nulla, non pare assolutamente. Abbiamo un altro riscontro, dove si vede chiaramente, che la materia accresciuta, o diminuita, non opera cosa alcuna. Osservisi nel cadere de' gravi. Una palla di piombo pesante una libbra caderà con una tal velocità, accrescasi la palla fino a cento libbre; essendosi dunque centuplicata la materia, ed il peso, si accrescerà cento volte più anco la velocità. Questo sappiamo, che fu l'errore de' Filosofi antichi, i quali stimarono, che l'effetto della velocità dovesse seguire a proporzione della materia. Ma il celebre Galileo ci ha fatto vedere, che l'accrescimento della materia nelle cadute naturali, niente opera, quanto all'accrescer la velocità; e ciascun di noi sa, che l'accrescimento della materia ne' moti artifiziali, e violenti, impedisce sempre più la forza della potenza motrice.


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Lezioni accademiche
di Evangelista Torricelli
Stamperia Guiducci e Santi Franchi Firenze
1715 pagine 166

   





Filosofi Galileo