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      E questo col popolar vocabolo si chiama peso. Chi lo negasse meriterebbe nota non meno di sfacciataggine, che di stupidità. Io non nego, che molti Schiavi nella Darsena del trionfal Porto di Livorno, si affatichino; ma solamente controverto se essi facciano quelle operazioni per elezione della loro interna volontà, o pure come agenti forzati, e non volontari, lavorino ad arbitrio d'altri.
      Parmi che le due opinioni fautrici una della gravità, e l'altra della leggerezza, camminino fin quì del pari, e restino fra di loro con ogni egualità bilanciate. Venga ora dove mancano i sillogismi della Logica, le parzialità della natura a favorire la posizione della leggerezza, e succedano gli argomenti per abbattere la gravità.
      Ma che? non è bisogno di prove silogistiche per via di discorso, dove la natura stessa parla con voci di chiarezza, non meno all'intelletto, che al sentimento. Ogni fiore, che s'apra in su i prati, ogni pianta, che verdeggi nelle selve sono tante bocche, e tante lingue, colle quali parlando, la materia creata manifesta la sua interna inclinazione. Questa si è, non di andar al centro della terra, ma piuttosto di partirsi da esso, come manifestamente si vede.
      Appariscono i giorni di Primavera. Comincia la virtù motrice del caldo ad agitare sotto la superficie del terreno, ed a muovere da un luogo, a un altro, quei minimi corpicciuoli atti a trasformarsi in piante. Questi dopo l'ozio del freddo iemale, cominciando a trascorrere per gli occulti meati del terreno, inciampano casualmente nel seme di quell'erba, e nelle radici di quella pianta.


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Lezioni accademiche
di Evangelista Torricelli
Stamperia Guiducci e Santi Franchi Firenze
1715 pagine 166

   





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