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      E quando mai si troveranno più opportune le congiunture per generare il vento, che dopo le pioggie da i venti Meridionali cagionate? Allora vedonsi i solchi delle campagne allagati, i prati sommersi, i torrenti orgogliosi; che più? ancora nelle più chiuse abitazioni penetra di tal sorta l'umidità, che fino i marmi in sudore si distillano; forse manca il calore in quella stagione mentre gli aliti pestilenti di mezzo giorno, e di scirocco, lasciano l'aria quasi una stufa noiosa, ed i viventi nell'intempestivo calore languidi, ed inquieti appena si sostentano? Al contrario poi dopo alcun altre pioggie sorgono impetuosissimi gli aquiloni; e pure il Mondo inaridito, ed addiacciato dal rigore di quei freddi Boreali, non dovrebbe aver forza di sollevar mai tanta quantità d'esalazioni; se pur è vera l'opinion del Filosofo, che per la generazione del vento, sieno egualmente necessarj il calore, e l'umidità. Ma che diremo de i venti, i quali spontaneamente nascono, senza che pioggia alcuna gli sia preceduta? Sono note non solo a i filosofi speculativi, ma anco a i viandanti ineruditi, alcune sorte di vento, le quali nella state particolarmente in tempi determinati, e certi, signoreggiano; l'aura matutina, che dopo la mezza notte fino al levar del Sole, o poco più si raggira, l'Etesie, ed i Zeffiri vespertini, che dopo il mezzo dì fino al tramontar del Sole, o poco più con placidissimi fiati ristorano il Mondo infiammato. Forse crederemo, che ogni notte piova nella Dalmazia, o nella Tracia per isvegliarci l'aura della mattina?


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Lezioni accademiche
di Evangelista Torricelli
Stamperia Guiducci e Santi Franchi Firenze
1715 pagine 166

   





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