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      Par propriamente un delirio di malinconia, in tutte l'Università d'Europa, se qualcuno lasciata l'affluenza del comun concorso, s'applica alla contemplazione dell'abbandonati Mattematiche. Io confesso di non aver incontrato briga maggiore, ne difficoltà più frequente, che nel dover ogni giorno rispondere all'interrogazione fattami. A che servano queste Mattematiche?
      Ecco dunque, che rispondendosi alla curiosità, spero che gl'interroganti saranno astretti a confessare, che con ragione la sapientissima Antichità costumava di farla imparare a' giovanetti, prima che si applicassero a niun'altra disciplina.
      Parvi forse poco benefizio questo Uditori, che mentre voi abbiate un ingegno lucido, fatto da Dio per intendere, ed inclinato per natura alle speculazioni, parvi dico poco benefizio, che si trovi una scienza sì nobile, la quale da se sola sia bastante, per appagare il vostro intelletto, e per dar cibo d'ingegnoso trattenimento alla cupidigia di qualunque curioso speculatore? Che frutto d'interna consolazione stimate voi, che raccolga un animo veramente filosofico, dedito alla cultura d'una scienza, gl'insegnamenti della quale non sono opinioni di Dottori, o fantasie d'uomini, ma beneplaciti Divini, e verità indubitabili, ed eterne? Non troverete una sola proposta nella Geometria, la quale non lasci esquisitamente appagato l'animo di chi l'ha intesa. Non si trova, che ne' libri classici della Mattematica da due secoli in quà, si sia giammai scoperta un'ombra di fallacia; non per altro, se non perchè le verità Geometriche ritrovate una volta sola, subito che sono scoperte, escludono le contradizioni, e si pongono in possesso dell'eternità. Dovrebbe bastar questo per appagar l'animo d'un vero filosofo, il quale abbia dedicato l'ingegno, non al guadagno, ma alla sapienza.


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Lezioni accademiche
di Evangelista Torricelli
Stamperia Guiducci e Santi Franchi Firenze
1715 pagine 166

   





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