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      L'istesso potrebbe dirsi della Pittura, la quale in questi giorni, e particolarmente in questa Città di Firenze, con tanta felicità rappresenta i parti della Natura stessa, che il secol nostro ha cagione di compatir piuttosto, che d'invidiare i tempi della passata antichità. Mirabile invero si dimostra la Scultura, mentre da un marmo intrattabile per la durezza, incomodo, per la gravezza, e inemendabile per una sol volta, che venga errato, esprime nulladimeno con tanta vivezza non solo tutti i corpi della natura, e tutte le vedute de i corpi, ma l'azioni medesime, i gesti, gli affetti, e poco meno, che gli stessi movimenti. Maravigliosa ancora si rappresenta la Pittura, poiche se l'ingegnoso Scultore immita l'opere create con corpi scolpiti, e rilevati, la Pittura non gli rappresenta con altro che con ombre, e con apparenze, le quali non essendo, se non pure qualità, nulla con ogni ragione, si possono appellare. Ma fuggasi da noi la controversia dell'eccellenza, e nobiltà fra due Arti così degne, che non essendo per ancora decisa, resterà forse perpetuamente indeterminata. Pronunzio questo solo, che fra tutte l'invenzioni dell'ingegno umano, o una di queste due porta la corona, o ad ambedue si conviene egualmente partita la palma del Principato. È vero che noi dovremmo per interesse proprio, e reputazion nostra, ceder la palma alla Pittura, come figliuola de' nostri secoli, imparata dalla nostra industria, e non altrimente insegnataci (come in tutte l'altre arti avviene) dalla maestra antichità. Pare anco che qualche titolo di maggior preminenza si acquisti la Pittura, per la maggior universalità dell'operare.


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Lezioni accademiche
di Evangelista Torricelli
Stamperia Guiducci e Santi Franchi Firenze
1715 pagine 166

   





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