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      Nè gli bastò questa cautela, perchè chi vuol male si guarda. Volendo muovere l'esercito verso Novara, comandò ai Consoli milanesi a far da guide, conducendo le milizie pel loro territorio. Questi ubbidirono, prendendo la volta più breve per Landriano, Rosate e Trecate, e varcato il Ticino, dirittamente muovevano a Novara. Ma tra perchè tutto quel paese era stato disertato dalle fresche guerre, e perchè non era anima che osasse aspettare l'oste tedesca, fuggendo tutti colle sustanze, avvenne che non si trovasse sufficiente vettovaglia per l'esercito. La deputazione non preveduta dai Consoli purgavali di ogni colpa: ma Federigo incominciò ad impennare contro di loro nell'arrivare la prima sera a Landriano per la strettezza del necessario. Intanto veniva dal cielo una pioggia a torrenti, che arrestò il corso all'esercito presso a Rosate. V'era da mangiare per un dì: Federigo volle starvi quarantott'ore, e mancò il vitto. Andò in bestia contro i Consoli; e nella loro impotenza a rattenere la pioggia ed a moltiplicare i pani trovò un fellonesco tradimento. Ruppe in feroci vendette; e lasciati andare i prigionieri Pavesi, ordinò che i Milanesi fossero legati alle code de' cavalli e trascinati pel fango; gli si levassero dinanzi i Consoli, uscissero dagli accampamenti; sgomberassero il castello di Rosate del presidio che vi teneva Milano, e con questo tutti gli abitanti, lasciandovi dentro le provvigioni e ogni loro sostanza ad uso del suo esercito. Così fu fatto: i Tedeschi vi entrarono, divorarono quanto vi era, poi diedero alla fiamme la misera terra.


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Storia della Lega Lombarda
di Luigi Tosti
Tipi di Monte Cassino
1848 pagine 398

   





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