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      Questa crudele cacciata venne fatta a mezzo di oscura notte, dirompendosi i cieli in fredde piogge. Presero la volta di Milano i Consoli; seguivali piangendo lo snidato popolo di Rosate. Fecero una pietosissima vista in città que' fuorusciti; uomini, donne e fanciulli con la disperazione in viso chiedevano mercè. Accagionavano i Consoli delle loro miserie, come quei che avevano per loro fallo spinto il Tedesco allo scellerato partito. Tutti impietosirono, in guisa che le ragioni prodotte a discolparsi dai Consoli non valsero ad assolverli nella mente del popolo, che nell'impeto dello sdegno si condusse ad abbattere la casa di Gherardo Negro50.
      Speravano i Milanesi che questa pena inflitta ad un pubblico magistrato bastasse a sedare le ire di Barbarossa. Oltre a ciò gli spedirono ambasciadori con ricchi presenti di oro; ma li ributtò con superbo disprezzo: uscissero della sua presenza, lui non essere uomo da accalappiarsi coi doni; non avrebbe tenuto alcun trattato con gente trista e di sinistra fede; non isperassero pace, innanzi rassegnargli nelle mani ogni loro ragione su le città di Como e di Lodi. I Milanesi non vollero punto contentarlo in questo: segno che a quegli atti di ossequio non venivano per solo conforto di paura, ma di prudenza51.
      Incominciano le prodezze di Federigo. Togliendo giusta ragione di guerra da quel fatto dei Consoli, si gittò ostilmente sul territorio Milanese. Nissuna resistenza; perciò i suoi soldati si potettero dare senza freno ad ogni bestiale opera.


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Storia della Lega Lombarda
di Luigi Tosti
Tipi di Monte Cassino
1848 pagine 398

   





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