Pagina (108/398)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Quattrocento Milanesi bastarono a sorreggere gli animi a petto della formidabile oste del Barbarossa; il quale senza altro indugio strinse la città di assedio55.
      Siedeva Tortona su di una collina di aspro accesso: l'era alle spalle una giogaia di monti che la congiungevano alle alpi liguri verso levante. A ponente le sottostava un terreno molle e paludoso, corso a qualche lega dal Po. Tutta la città si raccoglieva alla vetta di quell'aspro monte, per arte e per natura egregiamente munita, ed era a sopraccapo alle campagne della nemica Pavia, guardandola da mezzodì come una scolta, quando Milano la osteggiava da tramontana. Prolungavasi un borgo per la china del monte e veniva a giacere nel basso, ben provveduto intorno di mura, ma non capace di lunga resistenza. Perciò nel primo cominciar dell'assedio abbandonato da' Tortonesi, e senza fatica ottenuto da Federigo. Tutto lo sforzo era nella superiore città, e con quello un fortissimo proposito di mandare un esempio agli avvenire della virtù che infonde la santa carità della patria. Le menti di tutta Lombardia affisavano quella rupe di Tortona, a prendere augurio di avverso o di secondo avvenire.
      Intanto Federigo si disponeva alle offese. Aveva diviso in tre parti la numerosa oste; una tutta di Pavesi andò a campeggiar la città dal lato di oriente, che guardava Pavia; l'altra condotta da Errico Duca di Sassonia occupò i sobborghi di mezzodì; lo stesso Federigo poggiò il campo alle sponde del Po verso ponente. Fra gli spazî che erano tra i campi furono cavate profonde fosse a rompere le sortite ai Tortonesi per la campagna.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia della Lega Lombarda
di Luigi Tosti
Tipi di Monte Cassino
1848 pagine 398

   





Milanesi Barbarossa Tortona Pavia Milano Tortonesi Federigo Lombardia Tortona Federigo Pavesi Pavia Errico Duca Sassonia Federigo Tortonesi