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      Nè questi tardarono a venire. Avevano tentato di cacciare i primi accorsi su le rovine di Tortona: ma vennero per prudenza rattenuti dal Marchese di Monferrato, che ricordava la provata virtù degli assediati59. Ora vedendo come risorgesse l'abborrita città, adunarono uno sforzo di gente, che non mai era stato il simile ai loro stipendi, e vennero a minacciare i Milanesi. Questi non l'aspettarono: ma valicato il fosso del Borgo di Tortona, uscirono all'aperto ad incontrarli. Erano le sole milizie delle due porte Romana ed Orientale. Al primo scontro caddero oltre a cento cavalieri da ambe le parti. Fu accanita la mischia; ma infortunata pe' Milanesi; i quali volte le spalle, si raccolsero nella superiore città, lasciando un ricco bottino ai nemici, e molti uccisi sul campo. Della quale vittoria inorgogliti i Pavesi, al rompere del nuovo dì con furia investirono la città, ed una più gagliarda virtù opposero loro i Milanesi. Nell'impeto dell'assalto vi entrarono due insegne, facendo di quelli grande uccisione. Ma i Cieli riguardavano benigni la fratellevole carità di Milano verso Tortona. Sopravvenne improvvisa una pioggia, la quale rammollendo il terreno, rendeva lubrico, malagevole a tenervisi il bordo dei fossati, su di cui combattevano i Pavesi. Per cui vennero ributtati, e cacciati fuori a furia di sassi; e non pensarono a tornarvi60.
      Cessata l'oste Pavese, e scambiate le milizie con altre fresche venute da Milano, con più ardore si condusse il rilevamento di Tortona. Non solo il censo del comune, ma anche il privato si offeriva alla virtuosa opera.


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Storia della Lega Lombarda
di Luigi Tosti
Tipi di Monte Cassino
1848 pagine 398

   





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