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      Non potendosi espugnare di fuori, pensarono i Tedeschi diroccarla al di dentro, e vi si misero con pochissimo giudizio. Si dettero a martellare sotto agli archi con questo intendimento, cioè non essere offesi dagli assediati, stando al coverto, e ad un tempo di far crollare la rocca, sottraendole le fondamenta. Fin qui arrivarono col loro ragionare; alla finale conseguenza di rimanere vivi vivi sepolti, e di fallire allo scopo di quella espugnazione, o non sapevano, o non volevano andare. Come i rinchiusi s'intesero sotto tutto quel martellare e battere a rovina, s'accorsero tosto del tedesco intendimento, e quelli che non avevano ceduto alla furia degli arieti e delle catapulte, di repente si arresero alla logica di quei martellanti105. In quel modo ottenuto Federigo la torre, vi piantò sopra una petriera, la quale cominciò a trarre un nembo così denso di sassi sulla sottoposta città, che ne fu danneggiata nelle case e negli uomini. Risposero dalle mura i Milanesi con altra macchina che Sir Raul chiama Onagro, con cui giuocarono così destramente, che fracassato l'ingegno della petriera, spulezzarono dalla torre i Tedeschi106.
      Intanto nella città la fame stringeva, e dai malvagi alimenti e dal putrefarsi de' cadaveri derivò anche la morìa che si appigliò al popolo di Milano. Ciò dissolveva i corpi, gli animi disfrancava il veder dalle mura l'orribile soqquadro, a cui metteva Federigo le loro campagne. Ardere i rustici casolari, recidere le viti, gli alberi grossi che non si potevano abbattere con un dar di scure decorticare; far fascio, a pastura delle bestie, delle acerbe messi; fare un deserto dell'insubro giardino, ecco le prodezze a cui licenziava Barbarossa que' suoi barbari.


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Storia della Lega Lombarda
di Luigi Tosti
Tipi di Monte Cassino
1848 pagine 398

   





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