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      Si rodeva dentro della rabbia il Barbarossa, a vedere come gli fallissero quegl'ingegni, cui teneva raccomandata la vittoria; e tra per la selvaggia natura che aveva, e per le furibonde smanie, proprie solo de' prepotenti, si avventò ad uno scellerato partito, che penerei a credere vero, ove nol contassero uomini affezionatissimi a lui. Tra gli ostaggi e i prigionieri che aveva, Cremaschi e Milanesi, fece prendere alcuni e legare su per le facce di quel gatto o castello, onde accostato che fosse alle mura, quei della terra si tenessero dal trarre colle macchine per pietà de' loro o congiunti o amici, che sarebbero stati sfracellati ad ogni gitto di pietra. Veniva accostandosi il terribile ingegno alle mura, e come ciascuno degli assediati potè ravvisare su di quello o il figlio o il fratello, fu un silenzio ed un fremito di pietà in tutti i cuori, che stavano in due tra la carità de' congiunti e quella della patria. Allora si udì una voce su le mura indiritta ai sospesi sul gatto, voce che non avrà altrove un eco, perchè essa sola ha riempito il mondo «Oh beatissimi voi! cui sarà dato nobilmente morire, anzichè vivere una mala vita. Non v'impauri quella morte che vi apre lo scampo di un grave infortunio: dessa è che veramente franca gli spiriti. Oh mille volte beati voi, che morti per la patria, già assorgeste nel cielo della immortalità! Oh! quanti de' nostri avi per questa patria su i roghi, fra i ceppi, e nelle fauci delle belve non posero la vita loro? Noi a gran pezza più infortunati di voi! noi che tuttavia vivendo, abbiam sete di morte e non arriva; noi che abbiam sempre all'animo il disumano servaggio dello straniero, l'infamia delle nostre donne, e quell'udire, co' polsi ne' ceppi, la flebile voce di un figlio, che ti chiama - Padre, chè non mi aiuti139? - e quel vedere da ultimo gl'infortunati vecchi assisi sulle ceneri della patria.


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Storia della Lega Lombarda
di Luigi Tosti
Tipi di Monte Cassino
1848 pagine 398

   





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