Pagina (191/398)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Le armi si spezzavano, gli uomini si uccidevano, le idee stavano. E queste idee durature e tetragone alla furia del Barbarossa, non altri che il Pontificato poteva infondere negli spiriti italiani. Vedemmo come questo Imperadore superbamente si conducesse con Papa Adriano; perciò non è a dire come questi avesse l'animo torbido verso di lui, e spiasse il destro di qualche umano sostegno, che il sorreggesse nel farglisi incontro riprenditore. Ora appunto a tale suo uopo vennero i Milanesi, i Bresciani ed i Piacentini stretti con sagramento in lega, che fu come la sementa di quella grandissima, di che narreremo appresso. Si appresentarono questi all'antico e provato propugnacolo di ogni umana giustizia, dico alla Sedia papale, chiedendo aiuto contro al truculento Tedesco, che ad un giogo voleva sommettere l'Italia e la Chiesa, chiedendo mescolarsi le sorti di entrambe da comune nemico minacciate. Adriano stese la papale destra a Milano, Brescia e Piacenza, e fermò con esse un trattato, per cui non dovevano far mai pace con Federigo, senza che ne avessero da lui licenza o dal suo successore; ed egli doveva fra quaranta dì lanciare sul fellone Augusto le folgori della scomunica. Si accostò subito a questa lega la combattuta Crema144. Così il Papa messosi a capo della piccola lega incominciò a santificare lo scopo, per cui combattevano quegl'Italiani, a stornare gli animi dalle basse gelosie che li rodevano, ed a concentrarli nella morale unità della giustizia, di che era tenuto maestro e spositore, e a farli veramente fratelli.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia della Lega Lombarda
di Luigi Tosti
Tipi di Monte Cassino
1848 pagine 398

   





Barbarossa Pontificato Imperadore Papa Adriano Milanesi Bresciani Piacentini Sedia Tedesco Italia Chiesa Milano Brescia Piacenza Federigo Augusto Crema Papa Italiani