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      Al rompere del dì a mezzo degli accampamenti l'Arcivescovo sagrificò per la salute dell'esercito; e tutti, confessate le loro colpe, ne vennero santamente assoluti. Allora si diè nelle trombe per attaccare la giornata, ed il cigolìo del Carroccio, che si muoveva, fece tutti risentire Italiani189.
      Le insegne e bandiere militari usarono sempre tutti i popoli negli eserciti: il Carroccio fu solo degl'Italiani. Ariberto Arcivescovo di Milano nel tempo che era in guerra coll'Imperadore Corrado, lo inventò nell'anno 1039190. Era questo Carroccio un carro di grandi forme che andava su quattro ruote massicce tratto da altrettante paia di buoi. Recava sopra, come castello di legno, una torre quadrata tutta addobbata di drappi di color cremisi e bianco (eran questi i colori della repubblica milanese) i quali scendevano a ricoprire ogni parte del carro, e de' medesimi eran tutti coperti i buoi: in mezzo di quel recinto spuntava, come antenna di nave, un altissima trave, fermata con funi, che dalla cima eran tese giù, e legate al castello. Recava quella un gonfalone bianco con croce rossa, e finiva in cima con un globo d'oro sormontato da una croce anche d'oro. Le cose più sante e più gravi venivano solennemente amministrate sul Carroccio. Ogni dì un sacerdote vi sagrificava; su di quello si rendevano i supremi conforti della Religione ai moribondi, messi fuori della battaglia; vi si riducevano i capitani a parlamento, e vi ministravano giustizia. Il muoversi o l'arrestarsi del Carroccio accennava a quello delle schiere.


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Storia della Lega Lombarda
di Luigi Tosti
Tipi di Monte Cassino
1848 pagine 398

   





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