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      Gran fatica dovettero durare i Genovesi le risa innanzi a quel Divino.
      Ma i pianti cominciavano nella misera Lombardia. Stando ancora in Pavia Federigo, si mise a deputare i suoi Podestà alle città vinte. Doloroso racconto, che io non farei, se non sapessi quanto durasse e come finisse quella scellerata deputazione. Erano questi Podestà ministri del Barbarossa, tedeschi, licenziati ad ogni ribalderia, perchè lontano e volente il Principe; bestiali, perchè a bestie e non ad uomini si tenevano destinati rettori. Schifosa generazione e non mai maledetta abbastanza. A Piacenza fu mandato dapprima un'Aginolfo, poi un Arnaldo Barbavaria, che la maciullò per sette anni. Brescia e Bergamo caddero nelle unghie di Marquardo di Grumbach, il quale risedette a Trezzo; Ferrara obbedì a Corrado di Bellanuce; Parma ad Ezio, Como a Mastro Pagano, il quale s'andò ad annidare nella rocca di Baradello, e va dicendo delle altre. Non avverto il lettore che questi Podestà non sapessero punto nè poco della favella de' popoli che andavano a governare. Nè di questa avevano mestieri, perchè chi viene per succhiar sangue e sustanze, si fa meglio intendere con le fruste e coi capestri. Povera Italia!
      Errico Vescovo di Liegi fu deputato a reggere i Milanesi, che lasciammo all'aperto sotto capanne. Costui, come si farebbe di pecore o capre col vincastro, divise tutta la moltitudine di quei miserabili in quattro torme, ed a ciascuna assegnò il sito da abitare. Quelli di Porta Romana restrinse nella contrada che correva tra la Cassina di Plasmondo e la Noceta, non lungi dal famoso Monastero di Chiaravalle; quei di Porta Ticinese nel territorio di Vigentino; quei di Porta Orientale e Nuova a Lambrate; quei di Porta Comasina alla Carraria; e finalmente quei di Porta Vercellina condusse ad abitar S. Siro alla Vepra.


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Storia della Lega Lombarda
di Luigi Tosti
Tipi di Monte Cassino
1848 pagine 398

   





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