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      Se Federigo o Cristiano venisse ad offendere alcuna terra, o contado della Lega, le più vicine terre accorressero in armi in aiuto, popolo e milizie; le imposte alle città federate fossero fedelmente fornite fino a che durasse il pericolo di Alessandria: Bologna (forse perchè minacciata da vicino dall'Arcivescovo Cristiano) non fosse tenuta ad altro che a spedire soli quaranta arcieri366. A quei tempi in Italia, e massime in Lombardia, le parole erano sempre da meno dei fatti.
      L'esercito destinato ad operare oltre il Po fu tosto assembrato presso Piacenza a mezzo della quaresima. Era benissimo provveduto di vettovaglie, e di che facesse uopo alla guerra, parte tratto su i carri per terra, parte su i battelli, che di conserva coll'esercito rimontavano il Po verso ponente, per entrare nel Tanaro. La domenica delle Palme alloggiarono le milizie presso Tortona. Dieci miglia le separavano dal campo tedesco, che assediava Alessandria. Federigo si trovò a mal punto. Togliersi dall'assedio, non lo pativa decoro di un Imperadore; speranza di resa non appariva; la forza non faceva frutto; i collegati instavano minacciosi: si gittò al tradimento. Erano i dì santi che precedono la Pasqua. Barbarossa mandò offerendo agli Alessandrini una sospensione di armi per riverenza di quelli. L'accettarono; egli la giurò. Ma nel cuore della notte del Venerdì santo, quando meno potevano le menti pensare ad un tradimento, per la mina, che avevano scavata, eccoti rompere in città la scellerata oste di Federigo.


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Storia della Lega Lombarda
di Luigi Tosti
Tipi di Monte Cassino
1848 pagine 398

   





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