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      Imperocchè narrando delle ricche spoglie tolte al nemico, così appalesano il generoso animo: «Le quali cose non le stimiamo nostre, ma bensì bramiamo, restino in comunanza del signore Papa e degl'Italiani». Infatti non fu pure pericolo di discordia per la divisione del bottino, che pure era molto a temersi. Ciascuno ebbe il suo in piena concordia379. Questo allargar l'animo a tutta Italia, non nel pericolo, ma nella conseguita vittoria, rivela come educati i Lombardi dalle sventure e dal magistero della Lega, sapessero trasandare i materiali confini del municipio, per abbracciare nella unità del concetto nazionale la madre patria Italiana.
      La battaglia di Legnano fu una di quelle, nelle quali spesso ci avveniamo nelle antiche e moderne storie, definitrici delle sorti di tutta una gente. Sono queste preparate innanzi da molte circostanze di tempi e di uomini, quasi per singolare provvidenza de' Cieli: per cui quando queste si combattono, è da stare all'erta a veder o qualche corona che cade e non più si trova, o qualche popolo che si leva e scrive nel codice della giustizia l'anno primo della sua libertà. Giammai i Lombardi eransi messi a contendere colle spade in pugno in ordinata battaglia coll'Imperadore. La riverenza de' Cesari teneva ancora qualche radice ne' loro petti, che non aveva bene divelto il dolore del servaggio, e la coscienza della libertà. A Pontida si collegarono, provvidero, si prepararono a combattere; ma nelle scritture loro appariva la superstiziosa riverenza all'Imperadore con quel salva tamen Imperatoris fidelitate.


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Storia della Lega Lombarda
di Luigi Tosti
Tipi di Monte Cassino
1848 pagine 398

   





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