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      Federigo non mirava certo a capo dei sei anni alla pace, ma bensì alla guerra, che s'imprometteva felice, contro alla conturbata Lega. Ostavagli il figliuolo Errico VI già da venti anni riconosciuto futuro Re di Lamagna: costui non voleva agitazioni guerresche, sapeva la virtù dei Lombardi, e non si sentiva poderoso da stare a fronte de' medesimi, morto il padre. Parevagli assai poca cosa la corona di Germania, agognava focosamente a quella d'Italia, ed a quella d'Imperadore de' Romani. Pacati tempi bramava, perchè gli venissero dolcemente a posare sul capo le sospirate corone. Piegò il padre alla pace, che trovandosi in Costanza in una dieta di Principi, spedì oratori in Italia Guglielmo Vescovo d'Asti, il Marchese Errico; certo monaco di nome Teodorico, ed il suo ciamberlano Rodolfo per trattare di quel negozio393.
      Convennero in Piacenza nell'Aprile dell'anno 1183 gl'imperiali Legati e i deputati delle città Lombarde. Ambe le parti volevano la pace; non fu difficile il consentire sui preliminari del trattato394, che andarono tosto a comporre in Costanza, firmato e solennemente bandito nel dì 25 Giugno dell'anno 1183. I capitoli della pace recano in fronte i segni della imperiale ma impotente superbia. Federigo afferma nel prologo, come volendo usar di clemenza verso i colpevoli, anzi che di giustizia punitrice, accogliesse in grazia la Lega Lombarda, ed i suoi fautori. Ma non era egli che accoglieva, bensì la Lega che accoglieva lui; avendo questa colla forza delle armi conquistato il diritto d'imporgli la legge.


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Storia della Lega Lombarda
di Luigi Tosti
Tipi di Monte Cassino
1848 pagine 398

   





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