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      La boria municipale e provinciale si riscosse ancora di quando in quando, in convulsioni repentine, come nel 1815, allorché fu fatta agli alleati istanza di elevare Lione a città libera. Gli eventi hanno dimostrato che questi desiderii non hanno forza vitale. "Le località non sono e non possono essere", ha scritto in due parole il signor Dupont-White, ed ha espresso l'opinione nazionale predominante.
      Sotto l'antico regime il volere del re e dei suoi trenta intendenti era attuato con un'opera assidua di usurpazione; giacché attraverso le mille vie della forza e dell'astuzia e dell'influenza, non si faceva che eludere o minare i diritti delle signorie feudali, dei consigli municipali, delle magistrature ereditarie. Un governo altrettanto tumultuario aveva esercitato la Convenzione per mezzo dei suoi commissari e del dispotismo demagogico dei clubs. Solo Napoleone I seppe trovare la forma proporzionata all'accentramento del potere, la forma ben ordinata, che nella sostanza, purtroppo, ancora perdura: tanto i bisogni e le mire di questo popolo non possono radicalmente mutarsi. Subito dopo l'istituzione del Consolato, egli mandò in tutte le divisioni militari i suoi delegati con pieni poteri a sorvegliare e deporre gl'impiegati. Poi la legge del 28 piovoso dell'anno VIII fondò la gerarchia delle nuove magistrature francesi. A capo di ogni distretto amministrativo è un funzionario, il quale, secondo la parola di Napoleone, è nel suo distretto un piccolo primo console: tutti i prefetti, sottoprefetti e sindaci sono nominati dal capo dello stato o dai suoi organi.


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





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