Pagina (34/597)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Questa potenza dello stato che tutto in sé abbraccia, ristà davanti a una sola barriera. L'imperatore sa, che la proprietà è più forte di lui e del suo esercito; perciò in testa alla nuova costituzione egli dichiara: "essa è fondata sui sacri diritti di proprietà, di eguaglianza e di libertà": che è una serie molto significativa. Del resto l'attività esagerata dello stato è rimasta la malattia ereditaria della Francia sotto tutti i regimi, e una gran parte dei francesi esalta come un titolo di superiorità cotesta provvidente onnipotenza dello stato, e con ragioni, che un tedesco intende a mala pena. Sogliono affermare, che nei popoli individualisti lo stato si contenta di inibire il torto, laddove nei popoli accentratori esso si propone un più nobile scopo: qui intende egli stesso di creare il bene e la grandezza, qui sorge ogni iniziativa che accresce la gloria della nazione, dai principii del diritto alle istituzioni statali. "In questo paese dell'accentramento", ha detto molto giustamente Napoleone III, "l'opinione pubblica imputa tutto senza eccezione, il bene come il male, al capo del governo".
      La riforma giudiziaria è connessa all'accentramento dell'amministrazione. Durante la Rivoluzione i tribunali erano fondati sulla sabbia del voto popolare. La monarchia restituisce loro la stabilità e l'inamovibilità: essa nomina i magistrati, e alla corte di cassazione istituita dalla rivoluzione subordina un appropriato sistema subalterno di corti di appello e di tribunali di prima istanza.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





Francia Napoleone III Rivoluzione