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      Napoleone spiega tutta la potenza del suo genio matematico in cotesto suo campo favorito. E anche qui sa scovare i suoi uomini, i tecnici di prim'ordine, i Mollien e i Gaudin. Con loro mette l'ordine nel caos dell'economia nazionale, introduce l'opportuno sistema di gestione commerciale, e alla contabilità generale dà una chiave potente nella corte dei conti. L'istituzione dei ricevitori, obbligati a sottoscrivere le cedole sull'importo delle contribuzioni scadute, assicura alle casse immediate dello stato l'afflusso regolare. L'imposta autonoma comunale è rimossa di un colpo, e l'amministrazione burocratica è effettuata con tale seguenza, che il ministro delle finanze non è nemmeno circondato da un consiglio tecnico. La monarchia dà alle imposte dirette una base sicura nel catasto: e come complemento aggiunge la varietà saggiamente calcolata delle contribuzioni indirette. Il principio dell'eguaglianza è in tal modo pienamente realizzato, il potere tributario del paese è messo in valore da innumerevoli punti, e l'economia nazionale è conformata agli scopi belligeri del sovrano; perché l'imperatore sa, che in tempi di guerra soltanto le imposte dirette possono prelevarsi con successo, e formula pubblicamente il principio, che l'imposta non ha limiti e trova la sua misura solamente nei bisogni del governo. Il primo console diede alla borsa un nuovo centro: Perregaux e altri banchieri devoti fondarono la banca di Francia. La quale fu anch'essa via via sviluppata in senso sempre più burocratico: più tardi un governatore nominato dall'imperatore soppiantò la commissione che la dirigeva.


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





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