Pagina (66/597)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      È noto, quale strumento incomparabile la propaganda rivoluzionaria abbia trovato in Napoleone, e con quale abilità magistrale egli abbia stimolato all'estero l'opera della Rivoluzione, spinta con lo stesso vigore con cui l'aveva riconosciuta in patria. Nella politica estera come nell'interna deve una parte della propria grandezza alla nullità e cecità dei suoi avversari. Egli, capo di un assolutismo moderno riorganato, combatteva, infervorato della sua propria grandezza e con la forza del genio, contro nemici, che seguivano una politica di gabinetto non meno egoistica della sua, ma codarda e discorde, senza l'entusiasmo dell'eroe, senza genio, e aggravata da tutte le iatture dell'antica ingiustizia feudale.
      Così egli è stato effettivamente, come lo dichiarano tutti i francesi e lo stesso Proudhon, la spada della moderna idea, meno per quello che ha creato, che per quello che ha distrutto. Un mondo di simulacri di stati, sparpagliati, abbandonati dalla fede, dall'amore dei popoli, circondava le frontiere della Francia e rovinò sotto il rigido artiglio del conquistatore: l'Europa per guarire aveva bisogno del despota. Forse questa missione di Napoleone come precursore dei nuovi tempi si manifesta nel modo più magnifico nel paese, dove tutta immutabile la tradizione gli si rovesciò contro immediatamente: nella Spagna. Qui il domatore della rivoluzione dové dire in verità: "io sono la Rivoluzione, io!". Dove il suo braccio arriva, nascono le nuove constitutions régulières, come egli con espressione caratteristica scrive una volta a suo fratello Gerolamo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





Napoleone Rivoluzione Proudhon Francia Europa Napoleone Spagna Rivoluzione Gerolamo