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      Egli riconosce gli organismi statali solamente dove gli ultimi rottami del feudalismo sono caduti. È stata un'età portentosa quella che sulle sue spalle alzò l'eroe; e se l'immagine dell'imperatore nella sua situazione storica si mostra pure così demoniaca, anche in questo è però la ragione, per cui l'istinto infallibile della posterità, che i panegirici non ingannano, gli ha rifiutato il nome di Grande. La giustizia della storia garantisce cotesto onore solo a quegli eroi, che con la loro grandezza personale sollevano in alto un'epoca meschina, un popolo rozzo; non lo accorda ai fortunati, che furono portati essi medesimi da un'epoca opulenta.
      Gli alleati del conquistatore livellatore sono gl'impulsi ideali del secolo ampiamente diffusi. Nelle grandi classi popolari, come, per esempio, nella folla della media cultura e nella burocrazia, la quale coscientemente o incoscientemente accede dovunque allo spirito del bonapartismo, il desiderio dell'eguaglianza costituisce la più potente di tutte le tendenze politiche. Il dominio napoleonico, avendo reso instabili le frontiere di tutte le nazioni e dati all'onda tutti i rapporti politici, ha esteso assai lontano di là dalla Francia la credenza fatale, predominante ormai nella cultura media degli uomini di oggi, che noi viviamo in una età affatto nuova, in completa rottura con la storia. Nei discorsi dell'imperatore risuona assai spesso l'eco di una superba gioia pel tramonto dei poteri legittimi. Egli raccoglie con cura le lettere sottomesse, che gl'inviano gli ansiosi principi di Europa, e si pasce dello spettacolo delle maestà striscianti nella polvere.


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





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