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      Ma con tanta più ostinazione tengono invece alla tesi, che l'imperatore ha fatto per la costituzione della Francia lo stesso che fece Cesare per lo stato romano. Solo che anche questa comparazione non regge a un giudizio più penetrante. Cesare fu il creatore di una nuova forma di stato, Napoleone ristabilì in Francia l'antica costituzione storica, quantunque non abbia affatto rinnovato tutte le istituzioni dell'antico regime. La forma normale dello stato moderno è la monarchia, quella dello stato antico nel suo fiore fu la repubblica. Gli antichi durante i loro più bei tempi chiamano con perfetta ingenuità la monarchia servitium e la repubblica libertas, e un Tacito presenta la più orribile follia della storia antica, l'assassinio di Cesare, come libertas improspere repetita. L'infelice parola di libero stato per repubblica, noi la dobbiamo alle antiche tradizioni, alla sapienza politica dei correttori tirati alla classica. Il sentimento degli antichi ricalcitrava alla monarchia con tale caparbietà, che Augusto, più previdente dello stesso Cesare, salvò le apparenze repubblicane, e solo sotto Tiberio il nuovo regime assunse interamente le forme esteriori della monarchia. L'impero di Cesare non fu una restaurazione, come si potrebbe arguire da qualche particolare richiamo alla costituzione di Servio Tullio; fu una creazione nuova e ardita.
      Quest'opera creatrice chiuse effettivamente l'èra della rivoluzione, come Napoleone non ha potuto fare, e ricondusse l'impero senescente alla forma naturale e duratura.


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





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