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      Un nucleo sano della cittadinanza si serbava ancora fedele alla legge, ma in fine anch'essa fu disfatta dalla coscienza, che il bel tempo antico era spacciato per sempre. Niente è più terribile nelle ultime guerre civili, quanto la mancanza d'ideale sia dall'una che dall'altra parte. L'enorme turba del partito democratico impazzava pel foglio libero, pel comunismo, intendeva la libertà come un tempo era stata intesa a Corcira. I democratici intelligenti erano convertiti all'idea della monarchia. Di nuovo e sempre, sotto i Gracchi, sotto Cinna e Mario, la società cadente rientrava con l'istinto sicuro della disperazione nel cammino della monarchia. Silla stesso poté ristabilire il governo aristocratico con una signoria monarchica transitoria. Pura aristocrazia significava allora la schiavitù del mondo a profitto delle famiglie nobili; pura democrazia significava la signoria del pugno.
      Roma era salita in virtù della disciplina e della maschiezza del suo popolo; andò a fascio quando l'antico spirito romano sparì. Si pensi alla malattia inveterata della società romana, a quella lotta del capitale col lavoro libero la quale aveva quasi distrutto il ceto medio, ai latifondi e ai branchi di schiavi maltrattati, alla crudeltà di questo popolo, che si ricreava ai rantoli dei gladiatori agonizzanti, alla boria denarosa goffamente primitiva della nobiltà, che nelle opere dei suoi filosofi di moda leggeva soddisfatta che solo la ricchezza è morale e onesta; in fine alla nausea profonda di sazietà con cui quel mondo riguardava ormai la stessa opera propria; e si converrà che cotesta Roma, non ostante alcune somiglianze esteriori, non può affatto venir confrontata con la Parigi del secolo decimottavo; e che i francesi conservavano una riserva di forza nazionale e di orgoglio nazionale, che doveva poi svilupparsi gagliardamente durante la Rivoluzione.


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





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