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      Attirò sul suo capo la maledizione del poeta e di tutti gl'idealisti, come l'imprecazione di Catullo: timete Galliae, hunc time, Britannia: l'impero che il duce della democrazia fondò, fu semplicemente un dispotismo, fu semplicemente il giaciglio di un popolo infermo. Un terribile guiderdone attendeva la vita dell'uomo che, deificato dal popolo fintanto che fu cospiratore, trovò poi poco amore quando coprì di benefizi il mondo in sua balìa. Ma come Shakespeare picchiettò il suo Cesare con uno spruzzo di piccole debolezze, affinché la grandezza dell'eroe spiccasse più luminosa, così lo storico, quanto più scrupolosamente aduna i punti oscuri della vita di Cesare, tanto più soverchiante vede complessionarsi la figura del primo uomo di stato dell'antichità. Mai più tante cose grandi sono state create pel bene di uno stato nel breve giro di cinque anni; e quali disegni, come l'idea della codificazione del diritto, lasciò Cesare incompiuti!
      Cesare supera non solo per la fecondità ma anche per la moralità della sua politica l'eroe moderno. Questo conserva e accresce come un capitale a frutto l'ansietà generale dei piccoli borghesi, e getta Parigi nella vertigine dei piaceri per farle scordare la libertà. Quello sdegna di mettere a profitto le più indegne passioni, schiaccia e riduce al silenzio gli anarchici, e per mezzo delle rigide leggi matrimoniali si oppone con tutte le forze all'invadente depravazione morale, per quel tanto che le leggi possono impedire la corruttela dei costumi.


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





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