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      Ripristinati i Borboni per la seconda volta, quantunque l'autorità della dinastia all'estero fosse già caduta, egli si adoperò con successo a liberare la Francia dalle guarnigioni straniere. Frattanto la situazione diplomatica dello stato era molto aggravata: la Francia aveva contro di sé la coalizione delle potenze orientali, e non le rimaneva che da scegliere tra l'isolamento e la guerra contro una superiorità di forze schiacciante. Anche al congresso di Aquisgrana le potenze orientali decisero il pronto intervento, non appena in Francia si fossero rinnovate le scene del 1789. Se pure il protocollo fosse rimasto segreto, l'istinto delle popolazioni, però, suole ingannarsi di rado in questioni di onore nazionale. Il popolo sentì, che l'orgogliosa Francia era sotto la vigilanza poliziesca della Santa Alleanza; e naturalmente si avverò anche troppo presto la predizione di Guglielmo von Humboldt dopo la conclusione della seconda pace di Parigi: la Francia non sarà mai calma, fintanto che l'Europa pretenderà di tenerla sotto tutela.
      Solo un governo dotato di ardimento, che avesse fatto tutt'uno con la nazione, avrebbe potuto salvare lo stato da cotesta situazione umiliante. Ma i Borboni non vollero mai e non poterono farsi un cuore col proprio popolo, anzi sotto Carlo X la diffidenza verso il paese della Rivoluzione si manifestò sfacciata: "io mi sento interamente elvetico", disse quel cieco principe alla sua guardia svizzera. La grande turba degli emigrati continua come prima a tramare i suoi vecchi bassi intrighi, viaggia per implorare l'aiuto straniero e accusare presso gli stranieri la propria patria.


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





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