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      S'emparer du pouvoir è la divisa di ogni partito, e ogni elezione è una lotta per l'esistenza del governo. E mentre la Francia teneva allora lontano da sé il mal costume inglese della corruzione degli elettori esercitata dai candidati, venne però a costituirsi una nuova forma di corruzione, che fece epoca negli stati del continente: tutta quanta la burocrazia raccolse la propria influenza a favore dei candidati del ministero. Si è spesso lamentato cotesto costituzionalismo di orpello dei Borboni, e senza dubbio nessun uomo onesto può lodare le male arti dei sistema. Comandare a una classe d'impiegati ciecamente ubbidienti e indipendenti dal potere giudiziario e non servirsene per mantenersi col suo aiuto al governo, è un atto di abnegazione che in qual modo la legge potrebbe aspettarsi da un ministro, che è un uomo? Quando la burrasca di luglio spazzò la dinastia, allora si vide davvero, che una burocrazia, che non sa opporsi, non può nemmeno sostenere.
      Quando le camere, passato il movimento della lotta elettorale, si sono costituite e i partiti hanno misurato le proprie forze, sopravviene un compromesso tacito tra le due classi possidenti che sostengono la monarchia: il governo ottiene la maggioranza a patto che soddisfi nello stesso tempo gl'interessi di classe e dell'alta borghesia e della nobiltà. Questo insegna con ingrata chiarezza la legislazione economica del tempo. I finanzieri notevoli della Restaurazione e lo stesso Luigi XVIII professavano le dottrine di Adamo Smith, ma nessuno di loro pervenne alla comprensione che l'economia politica è la scienza praticamente liberatrice e peculiare del nostro secolo industriale; e sacrificarono compiacenti le migliori cognizioni ai riguardi della lotta parlamentare.


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





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