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      et on lui réfusa cette faveur dernière,
      d'accompagner son fils à son lointain Calvaire,
      cette autre mère des douleurs!
     
      La sostanza proteiforme del bonapartismo offrì un'arma a qualunque opposizione, un appagamento a ogni passione nazionale. Era certo assai comodo schernire i Borboni col nome dell'imperatore popolano e il pacifico re dei borghesi con l'eroe di Austerlitz, e contrapporre a ogni governo debole il grandioso ordinamento dell'impero. E siccome lo splendore dell'impero usato per tanti anni dall'opposizione era un po' abusato, venne in fine a tempo la leggenda napoleonica a raggiungere lo scopo. Il duro despota, che si era uniformato al criterio che "solo un soldato sa regnare; bisogna governare solo con gli stivali e gli sproni", adesso, venti anni appena dopo la sua morte, dagl'insensati della mezza cultura era tenuto come un eroe della libertà: il 18 brumaio aveva preservato la Francia dal ritorno del feudalismo, e l'intima natura dell'imperatore si era palesata nella più involontaria delle sue azioni, nell'atto addizionale forzato del 1815!
      Tra tutti i viventi, dopo Napoleone III, nessuno più del signor Thiers ha potentemente promosso il bonapartismo, e fra tutti quelli a cui il nuovo impero non ha risparmiato i suoi colpi, nessuno meno di lui merita compassione. Chi tuttora nutriva il sospetto, se l'odio di milioni d'uomini al grande macellatore in realtà non avesse fondato motivo, avrebbe potuto illuminarsi all'opera storica del grande causeur, la quale con trasparente chiarezza, con cognizione ostentatamente profonda, svolse tutta quanta la magnificenza della mitologia napoleonica nel linguaggio elegante dei salons.


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





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