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      Ciò che il governo intendeva per decentramento, splende non ambiguo in una circolare classica di Guizot ai prefetti dell'alta Saona: "il peggior pericolo per un popolo", egli declama animatamente, "è l'accentramento degli spiriti. È necessario che in ogni luogo del paese si formino piccoli nuclei di opinioni indipendenti; per la qual cosa è indispensabile deporre qualche centinaio di sindaci legittimisti". La organisation paperassière tirava innanzi con la sua piatta attività abituale, e la carestia del 1847 doveva dimostrare, che questo governo di scrivani, nella tranquillità delle sue montagne di pratiche, non vedeva neppure i fenomeni più saltanti della vita commerciale; e non fu fatto nulla per liberare dalle sue terribili catene il commercio delle granaglie, perché i prefetti avevano concordemente informato Parigi, che non era da pensare a una carestia. A ogni modo furono introdotte alcune riforme, intese a tutelare i cittadini dall'arbitrio delle autorità. Le corti prevostali erano state abolite, e fu mutato l'articolo 14 della Carta, che era stato funesto ai Borboni. Il re da ora in poi può emanare solo i decreti necessari all'applicazione delle leggi e non oltrepassanti i limiti della legge. Ma qui purtroppo la camera, con le migliori intenzioni e dominata dalla dottrina dell'assoluta separazione dei poteri, aveva preteso l'impossibile. L'amministrazione non può mai fare a meno della guida del legislatore: l'articolo in tal senso era insostenibile, e non fu osservato.


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





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