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      Ma il fianco più gradito agli assalti, il contenuto di tutte le grandi battaglie parlamentari, era offerto dalla politica estera, vale a dire da quella parte della vita pubblica, che meno di tutte si confà ai dibattiti parlamentari. Le astrazioni delle dispute parlamentari non diventano popolari facilmente; il pubblico non riesce a rendersi conto, che sovente l'accettazione di un emendamento di due linee o il frego a una particella decide di un grande principio politico. Perciò questa lotta parlamentare senza scopo e senza contenuto sembrò alle popolazioni una noiosa guerra di chiacchiere. Ed è vero anche troppo (e i lamenti sinceri di qualche scrittore del medio ceto non mutano nulla alla cosa), che la maggioranza dei francesi vide con perfetta indifferenza cadere il sistema parlamentare. La stessa borghesia principiò a stancarsi: le lotte elettorali non furono mai più combattute con la partecipazione passionata del tempo della Restaurazione. Il numero dei votanti oscilla tra il settantacinque e l'ottantatré per cento: che è una media modesta rispetto a una legge elettorale, che accorda il voto solamente a una piccola minoranza. Anzi i giornali liberali tedeschi, che non si decidevano a sconfessare la loro fede nello stato-tipo della libertà moderna, convennero alla fine, che la baracca non riusciva a nessun costrutto pratico, se ogni tanto, dopo una grande scena parlamentare, un altro nuovo ministro andava ad alloggiare per alcuni mesi nel magnifico caravanserraglio del Boulevard dei Cappuccini.


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





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