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      La stampa schiamazza contro i preti non appena un colonnello manda il suo reggimento alla messa, e l'ira delle giornate borboniche riavvampa in grandi fiamme, ma per breve tempo, quando Guizot appoggia il Sonderbund e assicura ai gesuiti un'indulgenza contraria alla legge. Ma come lo stato ritorna al suo contegno indifferente, anche la stampa non porge più alcuna attenzione alla vita ecclesiastica.
      In questo modo, in un raccoglimento che ebbe maggiori conseguenze che non sotto la Restaurazione, furono buttate le basi di quel rinnovamento della potenza ultramontana, la cui estensione sotto la repubblica doveva poi sorprendere il mondo. Roma si chiuse più inflessibilmente che mai contro ogni idea moderna, respinse il tentativo dell'Avenir, di riconciliare la Chiesa con la democrazia, e condannò la libertà di coscienza come un deliramentum. I giornali ultramontani crescono a tutto spiano, e annunziano con fiducia sempre maggiore le teorie di un illimitato dominio, dopo che lo spirito neoromano ha riportato il suo primo grande trionfo nella controversia col vescovo di Colonia. Lo zelo bigotto risorse vivamente non solo in quelle contrade legittimiste della Bretagna, dove il contadino considera un re non incoronato e benedetto dal papa quasi tanto empio quanto un prete non consacrato, ma anche nelle regioni più colte del paese. Migliaia di fedeli si affollavano sotto il pulpito del padre Lacordaire, e il mite abbate Coeur seppe conquistare completamente il gran mondo, stanco d'ironie e canzonature, assicurandolo che la Chiesa non combatteva affatto ciò che era di sano nelle idee della Rivoluzione.


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





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