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      Anche l'unico acquisto territoriale, che toccò al re pacifico, si palesò per un guadagno ambiguo. La nazione vide con soddisfazione, che per la prima volta da un millennio a questa parte capitava all'occidente di strappare un pezzo di terra africana alla civiltà orientale; anzi le teste infiammabili ravvisarono in questo fatto un passo avanti pel dominio del Mediterraneo. L'esito, in verità, fu meschino. Su quel suolo, dove era solamente possibile promovere il più libero sviluppo delle energie economiche, l'amministrazione militare e di polizia divenne anche più perniciosa che nella madrepatria. La vecchia Francia aveva mostrato attitudini colonizzatrici soltanto sul suolo del Canadà, la moderna non ancora in nessun luogo. Senza dubbio, la dura scuola di queste lotte africane plasmò la più parte dei rinomati generali della repubblica e del secondo impero, ma suscitò anche quello spirito sanguinario di lanzichenecchi, che ebbe in Bugeaud il maestro e in Pelissier il più crudo rappresentante. La strage della via Transnonain provò, che la ferocia dei soldati poteva volgersi anche contro i cittadini; e fin dal tempo dell'attentato di Strasburgo, Tocqueville manifestò l'apprensione, se in un tale esercito non si annidasse il più gran pericolo per la Francia. Il regime di luglio accrebbe l'esercito di altri centomila uomini, istituì le armi speciali dei cacciatori e degli zuavi. Eccellenti ingegneri, come il maresciallo Niel, si dedicarono alle nuove e numerose fortificazioni. Ogni iniziato sapeva, che più di tutto stava a cuore al re il rinvigorimento e perfezionamento dell'esercito, e che solo per questo erano state intraprese le vendite in massa dei boschi.


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





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