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      Ciò non ostante, solo nella marina si riuscì ad infondere il sentimento dinastico, e ciò fu dovuto all'influenza personale del cavalieresco duca di Joinville. La maggioranza dell'esercito e del popolo guardava con freddezza o impazienza l'esistenza non militare di questo governo; e come nella crisi del 1840, la brama insaziata di gloria guerresca sempre spuntava di nuovo in mille piccole occasioni. Quando un ufficiale, il cui occhiello vagheggiava il nastrino rosso, ebbe inventata la favola della grande vittoria di Masagran, il colpevole, dopo che l'inganno fu scoperto, certamente fu rimosso in segreto e punito, ma nessun grande giornale ebbe il coraggio di riconoscere l'impostura. La gloire de Masagran rimase acquisita al capitale di gloria della nazione, le vie di Masagran a Parigi e a Nancy esistono tuttora, e pochi anni or sono Napoleone III ricordava ancora all'armata d'Africa gli eroi di Isly e di Masagran!
      Le persone dei capi di governo, come il sistema di governo per sé stesso, non poterono entrare nel cuore di questo popolo soldato. Per quanto gli adulatori del re celebrassero l'eroe di Jemappes, questa âme toute française, che non aveva mai portato la spada contro la Francia, stava però il fatto, che il duca di Chartres non aveva trascorso i giorni più gloriosi del suo paese in comunione col suo popolo. Accadeva, come se l'istinto delle moltitudini subodorasse qualcosa della realtà da tempo dimenticata, che cotesto discepolo di Dumouriez più di una volta durante l'impero si era offerto di condurre un'impresa contro la patria.


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





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