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      Principalmente la importanza del quarto stato e della questione sociale. Il principe se ne fa zelatore con la frase ampollosa: l'idea napoleonica penetra nei tuguri non già a portarvi la dichiarazione dei diritti dell'uomo, ma a calmare la fame e a sollevare i dolori. Cerca, mercé un lavoro intenso, di capire la vita economica. Nei suoi saggi, però, si riscontra ben poca scienza economica: egli è tuttora compreso delle idee protettrici dello zio. Esalta con parole quasi ditirambiche la barbabietola e non degna di un motto i sacrifici, che il perfezionamento tecnico dell'industria dello zucchero di barbabietola ha imposto ai consumatori. Anche il suo disegno di curare dall'alto, per mezzo di un'organizzazione di lavoro, la miseria popolare, e di elevare la società dei poveri alla più ricca associazione della Francia, attesta la sua scarsa esperienza. Ciò non ostante, era non poco notevole, che il pretendente prendesse parte così viva alle sofferenze delle popolazioni; e ciò tanto più in un tempo, in cui fra tutta l'alta nobiltà europea solamente il principe Oscar di Svezia e il principe Alberto d'Inghilterra intendevano la profonda gravità di siffatte questioni. L'amico del quarto stato poteva con pieno diritto gridare alla corona del re borghese: "Voi siete condannati alla sterilità, perché avete intelligenza, ma non avete cuore!".
      Frattanto la leggenda napoleonica aveva raggiunto il fastigio. Gli stessi uomini dell'estrema sinistra deliravano per Napoleone, e Luigi Blanc esclamava: "l'imperatore sarebbe stato un semidio senza la sua famiglia!


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





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