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      E nella storia degli stati monarchici è semplicemente senza esempio lo sterminio di vituperii, che fu rovesciato sulla persona del re. Quando il re con atto non da sovrano, e contro le antiche tradizioni legittime della corona, condusse le pratiche per apparire di aver donato i propri beni ai figli, ebbene, non fu meno ignobile il castigo che gliene diede Timone Cormenin coi suoi scritti velenosi e incendiari. Il monarca non deve mai badare ai suoi privati diritti: quando il re, per proteggere la moglie da qualche nuovo tentativo d'irruzione di plebe, fece fare la cancellata di fianco al giardino delle Tuileries, Béranger gli lanciò la canzone:
     
      Pauvre ouvrier, on n'est plus sous l'empire,
      on n'entre pas dans le palais des rois.
     
      Non è facile rifruscolare di sotto a un tal cumulo di negazione e di passione i principii positivi della democrazia moderata. Stando però all'azione della maggioranza dei seguaci del partito nazionale e della riforma, ci è dato stabilire, che essi erano animati nello stesso tempo da due ideali: che lo stato fosse mantenuto gagliardo da un accentramento potente il quale abbracciasse anche gl'interessi spirituali; che l'individuo godesse di una libertà illimitata, conducente in fine alla perfezione dello stato, all'anarchia. Le due teorie si escludono a vicenda. In ogni popolo costituito soltanto da impiegati e contribuenti, i partiti estremi oscillano necessariamente tra l'idea dell'individualismo e quella dell'onnipotenza statale. E forse che la costituzione del 1791 non aveva già fatto il memorabile esperimento di fondere in uno questo fuoco e quest'acqua?


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





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