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      Sentimenti terribili, schiettamente moderni, che ogni giovine d'ingegno nelle ore cattive ha una volta assaporati, per imparare da uomo a superarli. In fondo, anche nelle opere migliori della poesia del dolore universale si trova molto sentimento affettato, inconsistente; perché i giovani dello Sturm und Drang non lottavano contro una tirannide morale insopportabile, ma contro una società la quale, indiscutibilmente malata di gravi menzogne convenzionali, malsicura del proprio giudizio morale, è presa di tanto in tanto da accessi di suscettibilità ipocrita, sebbene di regola conceda un'indulgenza molto longanime al sangue ardente della gioventù. Tutta quanta la cultura del tempo si convelle nelle esagerazioni. Chi vuole scrivere efficacemente, cade nell'iperbole: quando Lamartine nella sua Marsigliese della Pace predica agli chauvinistes la moderazione, trasmoda egli stesso oltre ogni misura, e afferma, che soltanto l'odio e l'egoismo hanno una patria.
      Se non che, non sono cotesti pochi, che determinano il sentimento del tempo: non la poesia del dolore universale; non Giorgio Sand, che sa con potenza creatrice trasfigurare lo stesso socialismo e presentarlo come la lotta del genio contro la grettezza bottegaia; non Balzac, che per la finezza della sua analisi psicologica ci fa con infinito godimento quasi dimenticare il suo banale evangelo dei diritti dell'uomo. Il dominio sulla fantasia delle moltitudini toccò piuttosto alla comune mediocrità di quei cavalieri d'industria della letteratura, i quali, come Eugenio Sue, sanno esasperare l'invidia e la cupidigia con descrizioni a colori taglienti, non illuminate mai dal raggio di un'idea.


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





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