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      Si guardava con occhi sentimentali il camiciotto di Albert, operaio e membro del governo: il camiciotto era esposto nella bottega, come indicava il Moniteur, e ognuno poteva persuadersi, che effettivamente la Francia aveva la fortuna di essere governata da un chiavare in corpo e persona. Sopra questa società, in cui si era destato tutto l'egoismo dei bassi ceti e ogni forte sentimento del dovere era spento, era collocato un governo, che si qualificava da sé eccellentemente attraverso la confessione dello stesso Lamartine: la popularité c'est le pouvoir tout entier: un governo soggetto a ogni capriccio del popolo eccitato, senza forse nemmeno un capo universalmente riconosciuto. Un nuovo tempo era venuto, tutti i vecchi capiparte erano logori, dovunque s'invocavano uomini nuovi.
      Un sintomo di rovina più significativo di questi e inseparabile dai grandi rivolgimenti, era la menzogna universale di quasi tutti i partiti. La menzogna costituiva il più esoso tratto caratteristico del movimento, e un ammonimento per tutti coloro che trattano i gravi affari della politica come un gioco fantastico. Troppo spesso Cormenin nei suoi libelli velenosi aveva gridato per scherno alla monarchia di luglio: "la repubblica è morta davvero! Contro chi promulgate le vostre leggi di settembre, se non contro i repubblicani?". Troppo spesso la classe operaia era celebrata anche dalle persone moderate come il vero e proprio popolo, ed era ripetuta l'intelligentissima massima: "le repubbliche sembrano guidate immediatamente dalla Provvidenza, perché non si vede nessuna mano mediata tra il popolo e il suo destino!


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





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